Che cos’è il VRS?

Il Virus Respiratorio Sinciziale, o VRS, è un virus respiratorio molto comune, che è in grado di provocare infezioni a carico dei polmoni e delle vie aeree. Solitamente provoca il raffreddore (infezione delle vie aeree superiori). In alcuni soggetti l’infezione da VRS raggiunge le vie aeree inferiori ed i polmoni causando la bronchiolite acuta (un’infiammazione delle vie aeree) o la polmonite.

I lattanti hanno un rischio maggiore di andare incontro ad un’infezione polmonare piuttosto che a un raffreddore!

Durante la stagione epidemica il VRS è una causa molto comune di ospedalizzazione per i bambini piccoli.

Il VRS può anche provocare gravi manifestazioni respiratorie negli adulti. I soggetti sani guariscono completamente da un’infezione da VRS in 1-2 settimane.

Tuttavia, l’infezione ad VRS può avere un decorso più grave in alcuni soggetti, in particolare in coloro che sono ritenuti ad alto rischio per vari motivi.

Come si diffonde il VRS?

Il VRS si diffonde facilmente da persona a persona. L’infezione si contrae attraverso le mucose di naso, bocca e occhi. Quando una persona infetta tossisce o starnutisce, rilascia in aria delle particelle che contengono il virus.

Quali sono i sintomi dell’infezione da VRS?

I sintomi dell’infezione da VRS sono simili a quelli delle altre infezioni respiratorie. Alcuni sintomi comuni del VRS
sono:
■ Rinite con secrezione nasale
■ Tosse
■ Starnutazione
■ Febbre (soprattutto se > 38° in lattanti di < 3 mesi)

Alcuni segni e sintomi di malattia grave da VRS sono:

■ Fischio
■ Respiro accelerato
■ Colorazione bluastra intorno alla bocca e a livello delle unghie
■ Movimento di allargamento delle narici (alitamento delle pinne nasali) e/o rientramenti cutanei a livello del
torace durante gli atti respiratori.

Consigli e prevenzione

✔ Evitate l’esposizione ai virus quali il VRS lavando spesso e accuratamente le mani
✔ Evitate i contatti con persone malate e superfici che possano essere contaminate
✔ Se pensate che il vostro bambino possa essere ad alto rischio, parlate con il vostro medico per capire se deve essere sottoposto a terapia con palivizumab durante la stagione epidemica VRS.
✔ Se il vostro bambino è ad alto rischio, evitate di frequentare asili e posti affollati.

Dott.ssa Anna Longanella 

Laboratorio Minerva

Corso Umberto I, 395
84013 – Cava de’ Tirreni (SA)

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A chi sarà somministrata la terza dose in Italia?

Il Ministero alla Salute ha deciso in prima fase di somministrarla a chi ha patologie o problemi che indeboliscono il sistema immunitario, da 28 giorni dopo la seconda come fosse un nuovo richiamo.  Si parte con gli ospiti delle Rsa e gli over 80, successivamente il “booster” verrà praticato agli operatori sanitari.

Ad oggi il nostro Paese ha deciso di effettuare la terza dose solo a chi ha più di 60 anni o è a rischio per problemi di salute o ha un “elevato livello di esposizione”.

Per quanto riguarda gli altri, il comitato per i medicinali ad uso umano ha concluso che le dosi di richiamo possono essere prese in considerazione almeno 6 mesi dopo la seconda dose per le persone di età pari o superiore a 18 anni.

Ci sono rischi di effetti collaterali?

Per il momento no: gli effetti collaterali sono sempre gli stessi. Gli israeliani che hanno fatto svariate milioni di somministrazioni non ne hanno visti in più rispetto a quelli registrati con le prime dosi. Non si può negare che tra i giovani ci siano casi molto rari, circa 1 su 100mila, di miocardite che comunque si risolve sempre in modo favorevole, ma per l’appunto non riguardano le categorie alle quali viene effettuata  la terza dose in questo momento.

Dott.ssa Anna Longanella 

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FARMACIA DEI SERVIZI

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Il punto della situazione in Italia

di Dott.ssa Anna Longanella

I virus, in particolare quelli a RNA come i coronavirus, evolvono costantemente attraverso mutazioni del loro genoma. Mutazioni del virus Sars-CoV-2 sono state osservate in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia.

Mentre la maggior parte delle mutazioni non ha un impatto significativo qualcuna può dare al virus alcune caratteristiche come ad esempio un vantaggio selettivo rispetto alle altre attraverso una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione. In questi casi diventano motivo di preoccupazione, e devono essere monitorate con attenzione.

L’OMS e la sua rete internazionale di esperti monitorano costantemente le modifiche in modo che, se vengono identificate mutazioni significative, l’OMS può segnalare ai Paesi eventuali interventi da mettere in atto per prevenire la diffusione di quella variante.

Quali sono le varianti maggiormente conosciute?

Le varianti ad oggi maggiormente conosciute e di interesse sono la variante alfa, la variante beta, la variante gamma, la variante delta ed in ultimo la variante mu.

Ogni variante ha specifiche caratteristiche di patogenicità e virulenza.

Per quanto riguarda l’impatto sull’efficacia delle vaccinazioni i primi studi affermano che il ciclo completo dei quattro vaccini già approvati rimane protettivo nei confronti di tutte le varianti, mentre diminuisce l’efficacia che si era evidenziata dopo la prima dose.

Ad oggi, dai dati emersi dagli studi effettuati dall’Istituto Superiore di Sanità, la variante predominante in Italia, con circa l’80% dei casi è la variante delta.

Per ciò che riguarda la situazione generale del Paese, al 1° settembre il 71,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 63,9% ha completato il ciclo vaccinale.

Conclusioni

In conclusione per ottenere una naturale efficacia della vaccinazione è necessario completare il ciclo vaccinale ed in casi specifici, come pazienti fragili, effettuare una terza dose di vaccino.

di Dott.ssa Anna Longanella

Ripartono le convezioni con la sanità privata. Finalmente riprendono con il ticket, analisi del sangue, diagnostica e visite specialistiche ambulatoriali.

Il budget messo in campo dalla Regione per la provincia di Salerno serve a recuperare le attività perse a causa del Covid!

Le prestazioni potranno essere erogate esclusivamente ai cittadini campani.

I Fondi

In Campania stanziati 72 milioni di euro per finanziare i budget integrativi per prestazione ambulatoriale. (Laboratori di analisi, radiologia e visite specialistiche).

Tutto questo permetterà sicuramente alle fasce deboli di poter accedere più facilmente a determinate prestazioni sanitarie. Una vera e propria boccata di ossigeno per le persone più indigenti e bisognose di attenzioni e cure.

Per queste persone infatti l’esaurimento dei fondi era diventato un vero e proprio problema vista la difficoltà di pagare visite e prestazione per intero.

Ad oggi è possibile pertanto rivolgersi alle strutture convenzionate per l’erogazione dei servizi! 

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Quanto sono efficaci i vaccini contro il Covid!?

Dati di Efficacia!

I vaccini contro il Covid sono efficaci e lo dicono i dati. Da mesi la comunità scientifica fornisce numeri sempre più dettagliati che dimostrano l’importanza della vaccinazione contro il virus per uscire dalla pandemia, anche l’Istituto superiore di sanità, che oggi ha aggiornato alcune percentuali.

L’effetto della vaccinazione è visibile quotidianamente con il numero dei contagi, relativamente basso nonostante non ci siano quasi più restrizioni dall’inizio dell’estate, ma soprattutto con la riduzione dell’occupazione dei posti letto d’ospedale rispetto ad altre fasi della pandemia.

I dati lo dicono chiaramente: chi non è vaccinato ha moltissime più possibilità di finire in ospedale rispetto a chi ha completato il ciclo vaccinale contro il Covid.

Fonte: Istituto Superiore di Sanità

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Variante lambda che cos’e? Cosa sappiamo? Qual’è l’efficacia dei vaccini! 

La variante Delta resta la principale preoccupazione nel Mondo, ma la variante Lambda comincia a farsi strada negli USA ed in alcuni stati europei.

La variante Lambda è stata identificata per la prima volta a Dicembre 2020 in Perù e ora monitorata in tutto il mondo!

Quando una variante viene identificata e dimostra la capacità di diffondersi rapidamente in una popolazione, bisogna essere preoccupati. Vengono fuori varianti ogni giorno, se con il termine variante si definiscono nuove mutazioni.

La domanda è: queste mutazioni danno al virus una sorta di vantaggio e, di conseguenza, uno svantaggio all’uomo?

La risposta per la Lambda è sì!

Trasmissione

Al momento, sembra sia più trasmissibile del virus originale.

Vaccini

Gli studi sembrano suggerire che i vaccini attuali garantiscano protezione. Abbiamo imparato che durante la pandemia le cose possono cambiare rapidamente: controllare la diffusione del covid-19 in generale aiuterà a gestire Lambda.

Finché ci sarà circolazione incontrollata del virus, vedremo in futuro altre varianti. L’unica soluzione è una vaccinazione ampia per controllare la diffusione e evitare ulteriori mutazioni.

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Altri titoli:

 

Che cosa sappiamo sulle varianti del SARS-CoV-2

Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati “mutazioni”. Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una “variante” del virus originale.

Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus.

L’OMS e la sua rete internazionale di esperti monitorano costantemente le modifiche in modo che, se vengono identificate mutazioni significative, l’OMS può segnalare ai Paesi eventuali interventi da mettere in atto per prevenire la diffusione di quella variante.

Queste le varianti che preoccupano di più gli esperti dell’OMS e dell’ECDC:

  • Variante Alfa

    (Variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7) identificata per la prima volta nel Regno Unito. Questa variante ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto alle varianti circolanti in precedenza. La maggiore trasmissibilità di questa variante si traduce in un maggior numero assoluto di infezioni, determinando, così, anche un aumento del numero di casi gravi.

  • Variante Beta

    (Variante 501Y.V2, nota anche come B.1.351) identificata in Sud Africa.
    Dati preliminari indicano che, nonostante non sembri caratterizzata da una maggiore trasmissibilità, questa variante potrebbe indurre un parziale effetto di “immune escape” nei confronti di alcuni anticorpi monoclonali. Siccome potenzialmente questo effetto potrebbe interessare anche l’efficacia degli anticorpi indotti dai vaccini tale variante viene monitorata con attenzione.

  • Variante Gamma

    (Variante P.1) con origine in Brasile.
    Gli studi hanno dimostrato una potenziale maggiore trasmissibilità e un possibile rischio di reinfezione. Non sono disponibili evidenze sulla maggiore gravità della malattia.

  • Variante Delta

    (Variante VUI-21APR-01, nota anche come B.1.617) rilevata per la prima volta in India.
    Include una serie di mutazioni tra cui E484Q, L452R e P681R, la variante Delta è caratterizzata da una trasmissibilità dal 40 al 60% più elevata rispetto alla variante Alfa, ed è associata ad un rischio relativamente più elevato di infezione in soggetti non vaccinati o parzialmente vaccinati.
    Sono in corso approfondimenti di ricerca, in collaborazione con i partner internazionali, per capire meglio l’impatto delle mutazioni sul comportamento del virus e per garantire che vengano presi tutti gli interventi di salute pubblica appropriati.

Link di approfondimento salute.gov.it

ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ 

  •  Variante delta sintomi

  • Variante delta Inghilterra 

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Che cos’è la Variante Delta? 

In quest’ultimo periodo sentiamo parlare spesso di variante Delta o ex-variante “Indiana”. Ma che cosa significa?

Il coronavirus Covid-19, così come tutti i coronavirus, muta per sopravvivere. 

La variante Delta, individuata per la prima volta in India, è conosciuta anche come variante VUI-21APR-01 o B.1.617 e presenta una serie di mutazioni la cui presenza contemporanea desta molte preoccupazioni tra gli esperti. Il timore maggiore è che questo ceppo possa essere più contagioso e che presenti dei maggiori rischi di reinfezione.

Sintomatologia

Al momento tuttavia, precisa il ministero della Salute, non sembrano esserci delle evidenze che questa variante causi una malattia più grave o che i vaccini siano meno efficaci.

Per quanto riguarda i sintomi non sembrano esserci delle differenze significative rispetto alle altre varianti di Covid. Le persone affette dalla variante Delta quindi possono essere completamente asintomatiche o sviluppare i classici sintomi della malattia, quali febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare oltre che alla perdita dell’olfatto e all’alterazione del gusto.

Diffusione

I contagi da coronavirus calano in Italia, ma la variante indiana del covid (identificata come Delta) obbliga a mantenere la guardia sempre altissima.

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TAMPONE TEST SALIVARE COVID-19

L’Istituto Superiore di Sanità, ha reso noto attraverso una circolare le indicazioni per l’uso dei test salivari.

Sono indicati tutti i dettagli e le tempistiche, dalla differenza fra sintomatici e asintomatici, dal test per i bambini alla registrazione dei casi positivi nei sistemi informativi regionali.

Nel testo viene ribadito che, in ogni caso, il tampone molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo rimane il più affidabile in termini di sensibilità e specificità.

Nel dettaglio l’indicazione del Ministero della Salute conferma che per rilevare un’infezione da coronavirus si possono usare anche i test salivari, nel momento in cui non sia possibile avere a diposizione tamponi oro-nasofaringei e preferibilmente per “screening ripetuti” per motivi professionali o di altro tipo, sugli anziani o disabili e sui bambini in ambito scolastico.

INDICAZIONI PER LA SCUOLA

Anche la scuola pertanto sarà luogo di utilizzo di questa tipologia di test meno invasiva per i pazienti ed in particolare per i bambini.

“La presenza di SARS-CoV-2 è stata dimostrata anche nei campioni salivari in individui asintomatici o pre-sintomatici”

I test salivari per rilevare il coronavirus devono essere usati entro 5 giorni dai sintomi. E sono attendibili fra il 53 e il 73%. (CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLA SALUTE)

Alla luce di queste considerazioni, il Ministero della Salute indica quindi delle linee guida sull’uso e la registrazione dei test salivari.

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